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Germinal
| Émile Zola
| "La miniera assetata si preparò a prosciugare col tempo il letto del fiume: l'inondazione avrebbe infatti sommerso le gallerie del pozzo per lunghi anni. Presto il cratere fu pieno e un lago d'acqua limacciosa occupò la zona dove prima sorgeva il Voreux, richiamando alla mente quei laghi sotto i quali dormono le città maledette. Nel terribile silenzio che seguì, si udì soltanto il furioso ribollire dell'acqua, che si spingeva sempre più in profondità per estinguere l'antica sete della terra.Allora, poco lontano, sulla collinetta della discarica, anch'essa investita dal sisma, Suvarin si alzò. E, gettata l'ultima sigaretta, si addentrò senza più voltarsi indietro, nel fitto della notte. Dopo pochi metri, la sua ombra si rimpicciolì e scomparve per sempre alla vista. Era verso l'ignoto che Suvarin procedeva con passo tranquillo, andava serenamente incontro allo sterminio, ovunque avesse trovato dinamite per far saltare in aria uomini e città. E, chissà, forse un giorno avrebbe salutato per strada l'ormai moribonda borghesia, magari subito prima di farle esplodere il selciato sotto i piedi."
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